Gli interventi sul patrimonio mobiliare e gli impatti generati

Patrimonio

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Nel corso della ventennale esperienza professionale ho maturato una specializzazione nell’analisi dei mercati finanziari e della consulenza in materia di investimenti. Un'organizzazione aziendale, così come il privato e la famiglia, ha i suoi obiettivi e in quanto tali la missione dello Studio professionale è lavorare per consentire al cliente di poterli conseguire. La finalizzazione di un obiettivo passa necessariamente dalla guida professionale di un consulente finanziario autonomo che si interfaccia con gli istituti finanziari per conto dell'impresa e la traghetta verso i risultati programmati.  

I punti chiave



  • I servizi di consulenza e gli impatti sull'impresa

Oltre a raffigurare lo spettro dei servizi proposti nel seguito vengono evidenziati gli impatti che gli stessi hanno dimostrato nel corso del tempo sulla creazione di valore per l’impresa. Le diverse aree di consulenza arricchiscono i capitali intangibili di un'azienda, come ad esempio il capitale umano (le risorse umane aziendali), il capitale finanziario (i mezzi finanziari per il funzionamento dei processi), il capitale relazionale (l'insieme delle relazioni che l'impresa sviluppa con i suoi stakeholder), il capitale produttivo (i mezzi materiali che assicurano la produzione aziendale), il capitale naturale (le materie prime o risorse naturali impiegate nei processi produttivi), il capitale intellettuale (il know-how, brevetti e il saper fare dell'azienda).  

Aree di consulenza offerte e impatti generati sui capitali intangibili dell'impresa

Interventi sul patrimonio mobiliare


  • Analisi e destrutturazione prodotti di investimento

L’obiettivo è stabilire se il prodotto oggetto di analisi è da ritenersi efficiente. L’efficienza si esplica in due fattori:

  • quantificazione monetaria dei costi espliciti (quelli noti) e dei costi impliciti (quelli che l’investitore non vede) gravanti sullo stesso strumento;
  • capacità dello strumento di rispondere agli obiettivi dell’impresa.

Questo step di analisi viene richiesto quando l’azienda ha già in portafoglio lo strumento; la perizia tecnica che ne segue mira al calcolo della cosiddetta “parcella occulta“, ossia la stima dei costi impliciti che zavorrano il rendimento dell'attivo analizzato.

Partendo da un'ampia gamma di strumenti finanziari, viene effettuata una comparazione tra il prodotto analizzato e delle alternative presenti sul mercato ritenute efficienti. L'analisi verte sia sull'aspetto qualitativo (politica e filosofia di investimento) sia su quello quantitativo (ad esempio verifica del benchmark, performance, struttura dei costi).  

Come output si rilascia un documento tecnico esplicativo delle analisi condotte e dei relativi giudizi assegnati, documento che viene illustrato sempre al Responsabile aziendale.

La destrutturazione può riguardare un singolo prodotto di investimento oppure un portafoglio mobiliare composto da strumenti di risparmio gestito (fondi, prodotti assicurativi, certificati di investimento, GPM/GPF). Per esperienza professionale, una periza tecnica su un portafoglio composto da strumenti di risparmio gestito può portare ad un significativo abbattimento dei costi annui.

L’attività ha un impatto diretto e positivo sul capitale finanziario e capitale produttivo dell’impresa: l'eliminazione di prodotti inefficienti implica risparmio di costi e questo incide sulla sfera finanziaria, mentre il capitale produttivo acquisisce valore nel momento in cui l'azienda conserva in portafoglio soltanto gli strumenti adeguati ai suoi obiettivi.

  • Costruzione del portafoglio e monitoraggio

La costruzione del portafoglio è un processo complesso che consta di passaggi fondamentali, quali:

  • 1a fase -> ascolto e recepimento di quelli che sono gli obiettivi finanziari dell’impresa;
  • 2a fase -> valutazione assieme al Responsabile aziendale dell'orizzonte temporale di investimento dell'impresa e l'esistenza di specifici vincoli finanziari (ad esempio, la presenza di periodiche passività da coprire eventualmente con gli attivi del portafoglio mobiliare);
  • 3a fase -> indagine sulla propensione al rischio dell’azienda mediante dialogo diretto e successiva somministrazione di un questionario di profilatura dal quale arrivo a definire un benchmark di rischio;
  • 4a fase -> partendo da un'ampia gamma di strumenti finanzari, lo Studio seleziona le soluzioni più efficienti e adeguate al profilo di rischio individuato;
  • 5a fase -> preparazione e illustrazione della raccomandazione di investimento, che il referente aziendale eseguirà direttamente o che farà eseguire dal suo intermediario;
  • 6a fase -> monitoraggio e reportistica degli investimenti mediante software gestionale dedicato.

Per le operazioni di costruzione del portafoglio lo Studio professionale tende a rispettare una certa gradualità temporale, intervenendo in maniera opportunistica analizzando le condizioni che i mercati finanziari offrono nel momento di ingresso e soprattutto adottando una oculata politica di gestione della liquidità investibile. 

Prima della fase di operatività, viene eseguito un lavoro di due diligence sull'adeguatezza operativa dell'intermediario del cliente, sarà il partner mediante il quale l'assistito eseguirà le  raccomandazioni di investimento. Mediante utilizzo di un modello proprietario, verranno valutati diversi fattori, come la solidità patrimoniale dell'intermediario, la qualità della sua offerta, i referenti con i quali lo Studio è chiamato ad interfacciarsi per qualsiasi aspetto che riguardi la relazione per conto dell'investitore, e per ultimo (ma non meno importante) l'onerosità dello stesso intermediario.  

Questa fase consulenziale genera impatto sul capitale sociale/relazionale e sul capitale intellettuale dell'impresa: l'obiettivo è impostare una relazione professionale con l'intermediario del cliente, e far comprendere al cliente il processo consulenziale.

  • Consulenza in tema di Finanza sostenibile

Il progetto di investimento in tema di Finanza Sostenibile segue l'impianto normativo relativo al Regolamento UE 2019/2088 e di tutti gli atti delegati che modificano e integrano il testo principale in tema di Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR). E’ la struttura legislativa che, collegandosi al Regolamento sulla Tassonomia Ambientale 852/2020, detta le regole per la classificazione degli strumenti di risparmio gestito tra sostenibili e non sostenibili.

L’investitore più sensibile alle tematiche di impatto ambientale e sociale può decidere di voler allocare il suo patrimonio in strumenti conformi alla normativa comunitaria SFDR.

Gli strumenti finanziari che lo Studio professionale ricerca e seleziona sono OICR (quindi fondi comuni/Sicav, oppure ETF), singole obbligazioni, singole azioni (opportunamente valutate sulla base di una consultazione dei punteggi ESG forniti dalle agenzie di rating internazionali).

L’obiettivo del mandato di consulenza è rispondere e filtrare le prerogative del cliente, attenendosi a studi indipendenti su:

  • solidità degli emittenti (nel caso di investimenti in singole obbligazioni o azioni);
  • costo annuo degli strumenti di risparmio gestito (Fondi/Sicav, o ETF);
  • rating ESG (valutazione della performance ambientale, sociale e di governance societaria).

L'attività di consulenza verte quindi sulla ricerca di strumenti finanziari caratterizzati dall'integrazione dei fattori ESG nei processi di investimento: il compito è evitare le diffuse pratiche di greenwashing (strategie di comunicazione o di marketing perseguite dalle aziende, istituzioni, enti che presentano come ecosostenibili le proprie attività, cercando di occultarne l'impatto ambientale/sociale negativo).

Su richiesta aziendale, lo Studio professionale può calcolare un vero e proprio punteggio ESG sull'intero portafoglio mobiliare dell'impresa: si tratta di una metodologia sviluppata internamente in grado di assegnare un punteggio ESG ad ogni singolo strumento e quindi, a cascata, sull'intero portafoglio. La finalità è stimare la cosiddetta "carbon footprint" dei propri investimenti, ossia stimare un livello di "carbonizzazione" degli strumenti detenuti con la possibilità di correggere la rotta e attuare un effettivo piano di transizione a favore della "decarbonizzazione" degli investimenti mobiliari.   

  • Advisory finanziario e benchmarking

Spesso l'impresa, per ragioni di natura operativa e commerciale, deposita titoli e strumenti finanziari presso più intermediari. Nella maggior parte dei casi, quando lo Studio professionale è chiamato per effettuare una ricognizione complessiva degli investimenti, il Referente aziendale non ha ben chiara la distribuzione del rischio presso gli intermediari.

L'obiettivo è ricostruire, mediante aggregazione delle posizioni finanziarie depositate su più intermediari, l’allocazione degli attivi e la conseguente rischiosità intesa come: rischio valutario, rischio azionario, rischio tasso, duration e rischio di credito per l’impianto delle singole obbligazioni, rischio di mercato, rischio di liquidabilità. 

Preliminarmente, dietro mandato del Direttore Finanza dell’impresa, si passa ad una negoziazione, se necessaria, delle condizioni economiche (commissioni di compravendita) e, mediante un modello multi-fattoriale proprietario dello Studio professionale, all'analisi della qualità dell’intermediario (solidità patrimoniale, prontezza del referente bancario nel rispondere alle esigenze dell’impresa, flessibilità operativa). Successivamente si imposta la costruzione di un benchmark di rischio assegnato ad ogni intermediario in modo da controllare periodicamente l’andamento e l'allocazione degli investimenti in relazione al parametro di riferimento assegnato, intervenendo ogni qualvolta si trovino degli scostamenti significativi.

L'implementazione di controlli e verifiche periodiche (spesso di cadenza mensile) evita cattive sorprese all'azienda (l'assegnazione di un benchmark consente una previsione di redditività e rischiosità) e inoltre si efficientano i processi.

Nel mandato di Advisory, lo Studio professionale rappresenta il cliente al cospetto degli intermediari finanziari, scherma e valuta tutte le eventuali proposte commerciali fornite da questi ultimi e rilascia le sue valutazioni finali. In qualità di advisor ci si pone l'obiettivo di intercettare i fabbisogni finanziari dell'investitore e di conseguenza allocare gli attivi proporzialmente alla rischiosità convenuta.

Periodicamente vengono preparati e inviati report di rendicontazione, ogni fine esercizio viene eseguita un'analisi della performance in rapporto al benchmark assegnato, e almeno una volta l'anno si procede con una revisione dei benchmark assegnati.   

L'attività di advisory impatta positivamente sul capitale finanziario e sul capitale intellettuale dell’impresa: il referente aziendale acquisisce nuovo know how  e la rischiosità del patrimonio mobiliare è soggetta a veririche più stringenti.  

  • Formazione professionale

Lavorando per organizzazioni più o meno di grande dimensione, spesso si è avvertito un bisogno latente da parte dei manager e parte delle risorse umane di innalzare la loro cultura finanziaria e cultura di tecnica aziendale. Le prime esperienze di formazione sono state di successo e si è sempre avuto modo di riscontrare piena soddisfazione e riconoscenza per i risultati raggiunti.

Lo Studio professionale offre sessioni formative con i vertici apicali delle imprese spaziando dai concetti base di finanza mobiliare alle tematiche inerenti l'integrazione dei fattori di sostenibilità all'interno del modello di business aziendale, quindi dalla spiegazione tecnica di ogni singolo strumento finanziario all'illustrazione della metodologia di business reporting sui temi di sostenibilità. Con l'impresa o con la fondazione si condivide un piano formativo articolato sulla base della tematica da sviluppare, della tipologia di presenza (in plenaria o da remoto mediante webinar formativi), della frequenza e della tipologia di interattività.

Per monitorare la performance dell'attività da un punto di vista di creazione di valore, l'attività formativa prende avvio con la somministrazione anonima di un questionario tematico che tocca alcuni concetti base delle materie oggetto di piano formativo. I questionari somministrati nel corso dei successivi incontri formativi mediamente riflettono un punteggio più alto rispetto ai primi sondaggi.

Questa attività professionale impatta positivamente sulla crescita di valore del capitale umano aziendale, rendendolo più consapevole della materia e quindi maggiormente competente. 

Giovanni Pedone

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